Smart working: trasformiamo il nostro sistema
Smart working: trasformiamo il nostro sistema
Daniela Zepponi
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Pubblicato il 28 Febbraio 2020

Il lavoro ai tempi del Coronosavirus? Ovviamente è smart, cioè agile. L’emergenza sanitaria ha avuto il “merito”, passateci l’espressione, che grazie alle nuove tecnologie già in uso in molte parti del mondo, essere fisicamente presenti negli uffici, a parte alcune situazioni specifiche, può ormai considerarsi obsoleto.

In realtà in Italia, secondo i risultati dell’Osservatorio sullo Smart Working nel nostro paese creato dal Politecnico di Milano il 58% delle grandi imprese ha già introdotto iniziative concrete. Tra i risultati più interessanti dell’ultimo anno emerge l’aumento della diffusione dello Smart Working nelle PMI italiane: i progetti strutturati sono passati dall’8% al 12% attuale, quelli informali dal 16% al 18%. Tuttavia, c’è anche un’ombra: anche la percentuale di imprese disinteressate al tema è cresciuta, in modo preoccupante, passando dal 38% al 51%. Anche la PA nell’ultimo anno ha fatto grandi passi in avanti verso un modello di lavoro “smart”: oggi il 16% delle pubbliche amministrazioni ha progetti strutturati di lavoro agile (nel 2018 era l’8% e nel 2017 il 5%), l’1% ha attivato iniziative informali e un altro 8% prevede progetti dal prossimo anno.

Non è facile scardinare un vecchio modo di vedere il lavoro, cioè ad esempio lavorare per orario e non per progetto, in una Nazione dive qualcuno dice che conti di più il farsi vedere al lavoro di quanto non conti il produrre nella realtà.

Sia come sia, lo smart working è arrivato anche nella pubblica amministrazione locale e nello specifico presso l’Unione Montana, portato da noi di Sistema 3: e oggi ne ha parlo anche il Tg 3 Marche.

Ma come ha funzionato in questo caso lo smart working?

L'ente si è dotato di un sistema di VPN (virtual private network - rete virtuale privata) cloud che permette di creare una connessione sicura dal computer di casa dell'impiegato alla rete dell'Unione Montana. Una volta effettuato l'accesso utilizzando un certificato SSL (Secure Socket Layer - file che si utilizza per evitare di inserire una password e certifica l'utente poichè è personale), tramite Desktop Remoto l'utente ha potuto in pratica accedere alla propria postazione di lavoro dell'ufficio, compresi tutti i documenti, come se egli si trovasse realmente davanti al proprio pc lavorativo.
Tutte le connessioni sono tracciate dall'amministratore su un sistema di LOG che salva tutti gli orari di collegamento e disconnessione utente.

Insomma un bel passo avanti, perfetto per garantire i servizi anche nei momenti più complessi.

E non dimentichiamo che maggiore smart working significa meno spostamenti, meno inquinamento e più sicurezza sulle strade: Evviva il lavoro Smart!