News
  • Micro-influencer marketing: di cosa si tratta?
    Di Daniela Zepponi
    |
    Pubblicato il 28 Gennaio 2020
    Il marketing è un'attività che ha come scopo principale quello di aumentare i guadagni di un professionista o di un'azienda. Viene effettuato da persone competenti e adeguatamente formate, che si occupano di far conoscere e promuovere un marchio, un prodotto, un servizio, ecc. In genere si attua mediante un apposito piano marketing, che prevede più attività: per esempio, organizzare eventi a favore di un brand (o di un prodotto o di un servizio), oppure sponsorizzarlo in uno specifico evento organizzato da altri, ma anche fare pubblicità su radio, giornali e televisione, e sfruttare i canali di comunicazione online. Nello sfruttare i canali online, vengono ad esempio create e curate pagine apposite sui social media, e siti internet a scopo informativo e promozionale, e/o pubblicati annunci pubblicitari su alcune pagine web. In generale, le diverse attività di marketing servono da una parte a migliorare la conoscenza e la buona percezione di un brand, un'azienda, un professionista, un prodotto, o un servizio. Dall'altra a spronare le persone a compiere un'azione: per esempio, acquistare un prodotto, usufruire di un servizio, contattare un professionista per una consulenza, ecc. Per le proprie attività di marketing, spesso le aziende e i professionisti si rivolgono anche agli influencer. Gli influencer si rivolgono ai propri seguaci attraverso il web, tramite i social media ed eventualmente un blog. Sono persone spesso molto carismatiche, e si differenziano in due categorie principali: ·         Gli influencer molto popolari, con un enorme seguito di pubblico, molto generico. ·         I micro-influencer, che sono persone con una nicchia specifica di seguaci, appassionati ad un preciso argomento. Hanno un seguito di pubblico molto più basso rispetto agli influencer molto popolari. Entrambi i tipi di influencer comunicano sui social proponendo molto spesso nuovi contenuti (articoli, video, immagini, foto...) nei quali raccontano le loro esperienze con determinati brand, prodotti o servizi. Possono avere effetti molto positivi su brand, prodotti e servizi, se ne parlano bene ai propri seguaci sui social e sul web in genere: possono ad esempio aumentare i ricavi di un’azienda, o migliorare la reputazione di un brand, o altro ancora. Avendo un pubblico più specifico, spesso i micro-influencer sono più indicati nel promuovere determinati brand, prodotti e servizi, rispetto agli influencer più popolari: maggiori informazioni nel prossimo paragrafo.   Perché sempre più aziende e professionisti si rivolgono ai micro-influencer Molto spesso le aziende e i professionisti scelgono di rivolgersi ai micro-influencer per promuovere il proprio brand, o i propri prodotti o servizi, perché hanno un pubblico più specifico, cioè molto appassionato ad un preciso settore. Ad esempio, un’azienda di prodotti per il giardino potrebbe rivolgersi a dei micro-influencer specializzati nel campo del giardinaggio. Inoltre, i micro-influencer vengono percepiti dai seguaci come persone molto competenti e credibili, e hanno un rapporto più diretto con essi. Gli influencer più popolari hanno invece una massa indistinta di follower, quindi un pubblico molto variegato. Inoltre, il legame che tali seguaci hanno con la persona seguita non è stretto come il legame tra micro-influencer propri seguaci. In definitiva, il micro-influencer marketing è in molti casi un ottimo metodo per promuovere un'azienda, un brand, un prodotto o un servizio. Non si può dire in maniera secca quale delle due tipologie di influencer sia più efficace, perché molto dipende anche da ciò che si desidera promuovere. In genere, se l'oggetto della promozione può interessare molte persone, gli influencer popolari sono molto efficaci. Se invece l'oggetto da promuovere riguarda solo una precisa nicchia di consumatori, per l'azienda o il professionista conviene contattare uno o più micro-influencer. Tra l’altro, ricorrere a questi ultimi costa anche di meno.
  • Il 2019 nelle ricerche su Google
    Di Daniela Zepponi
    |
    Pubblicato il 20 Gennaio 2020
    Google è il motore di ricerca più popolare al mondo, ed è il sito più consultato per le ricerche sul web in diversi Paesi, Italia inclusa. Proprio in ragione della popolarità del motore di ricerca di Big G, capire quali sono state le ricerche dei suoi utenti nel corso di un anno, può risultare particolarmente interessante. Per quanto riguarda l'elenco delle cose più cercate in senso assoluto, alcune sono sempre al primo posto in tutti gli anni. La situazione però cambia considerando invece i termini di ricerca più cresciuti in un determinato anno rispetto all’anno precedente. C'è però da dire che in entrambi i casi si tratta di dati grezzi, mentre le classifiche per categorie stilate appositamente da Google sui termini più cresciuti, offrono informazioni maggiormente degne di nota. Tali classifiche sono presenti in apposite pagine del sito di Google Trends relative alle ricerche più di tendenza in un determinato anno.   Il 2019 nelle ricerche italiane su Google Considerando le classifiche di Google Trends per il 2019, in Italia i termini di ricerca con più crescita nelle ricerche su Google per quanto riguarda la categoria "Parole", sono stati: Nadia Toffa, Notre Dame, Sanremo, Elezioni Europee, Luke Perry, Governo, Joker, e altri a seguire. Per quanto concerne la categoria "Personaggi", i termini più cresciuti sono stati: Nadia Toffa, Luke Perry, Mia Martini, Mahmood, Mauro Icardi, ecc. Nella classifica "Fai-da-te", al primo posto tra i termini più cresciuti nelle ricerche risulta quello degli gnomi di Natale, seguito da quello relativo ai costumi di carnevale, poi dal termine “maschera viso”, ecc. Nella categoria "Come fare", il termine di ricerca di maggiore tendenza (crescita) è stato quello riguardante “domanda navigator” (il navigator è una figura professionale relativa ai centri per l’impiego). Nella classifica "Cosa significa", il termine più cresciuto nel 2019 risulta essere "Machu Picchu" (una fortezza inca). In tanti quindi si sono chiesti cosa significasse “Machu Picchu”. Nell’elenco "Perché", il termine di ricerca maggiormente di tendenza è risultato "E’ caduto il governo". Nella categoria "Meta vacanze", al primo posto tra le tendenze c'è Zanzibar. La pastiera napoletana è invece l’argomento di ricerca più cresciuto per quanto riguarda la categoria "Ricette". Infine, in "Biglietti" l’argomento più di tendenza (con il relativo termine di ricerca) è stato quello dei biglietti della “Lotteria Italia”.   Il 2019 nelle ricerche nel mondo su Google Osservando la pagina di Google Trends riguardante le ricerche di tendenza del 2019 nel mondo con Google, emerge quanto descritto di seguito. Per quanto riguarda le ricerche più cresciute, al primo posto c'è "India vs South Africa", seguito da "Cameron Boyce", quindi da "Copa America", poi da "Bangladesh vs India", quindi da "iPhone 11", poi da "Game of Thrones", ecc. Nella categoria "News", il termine di ricerca più di tendenza nel 2019 è stato "Copa America". Nella categoria "People" l'argomento più di tendenza è stato "Antonio Brown", in cima anche alla categoria degli atleti tra i termini di ricerca più cresciuti. Jussie Smollet è invece l'attore più di tendenza nelle ricerche su Google a livello mondiale nell'anno considerato. Tra i film, il termine di ricerca più cresciuto a livello globale è stato “Avengers: Endgame”. "Game of Thrones" è invece il termine di ricerca più di tendenza nel 2019 per quanto concerne la categoria "TV Shows". Il giovane attore defunto Cameron Boyce è al primo posto nella categoria delle tendenze 2019 in merito alle persone passate a miglior vita. Infine, sempre per quanto concerne i termini di ricerca di tendenza dell’anno da poco trascorso, al primo posto nella classifica delle canzoni risulta "Old Town Road" del rapper statunitense Lil Nas X.
  • 5 estensioni fantastiche di Chrome per migliorare la tua navigazione
    Di Daniela Zepponi
    |
    Pubblicato il 14 Gennaio 2020
    Google Chrome è uno dei browser per internet più utilizzati al mondo. Infatti viene molto apprezzato per le sue funzioni e per la sua velocità nel caricare le pagine web. Ne esistono più versioni, a seconda del dispositivo che viene utilizzato per navigare in rete. Per quanto riguarda la versione per computer (e non solo), esistono numerose estensioni che il programma può accogliere. Cosa sono le estensioni? Si tratta di programmi aggiuntivi che migliorano ancora di più la navigazione. In questo articolo ne vengono indicate alcune particolarmente degne di apprezzamento per il computer, che sono facilmente scaricabili grazie al sito del Chrome Web Store (raggiungibile al seguente indirizzo: chrome.google.com/webstore).   Estensioni di Google Chrome per facilitare la navigazione da computer Le estensioni di Google Chrome rappresentano particolari programmi definibili anche utility, che non funzionano per conto proprio ma in funzione del browser dell'azienda di "Big G". Permettono di rendere la navigazione più semplice e comoda, grazie alle funzionalità di cui dispongono. Ad esempio: nascondere le pubblicità, oppure favorire una lettura più rapida delle e-mail, o consentire di consultare i social media senza recarsi per forza sul sito, e tantissimo altro ancora. Accedendo al Chrome Web Store se ne trovano moltissime, prodotte da varie aziende. Possono essere scaricate, installate e quindi usate per navigare con il browser Google Chrome per computer. In caso di necessità, è anche possibile cancellarle o disattivarle, per poi reinstallarle o riattivarle quando lo si reputa più opportuno.   5 ottime estensioni di Google Chrome per computer Ecco di seguito un elenco con descrizione di 5 utilissime estensioni per Google Chrome per computer: ·         TabCloud: è un’ottima utility per coloro che quando navigano aprono tante schede contemporaneamente. Consente infatti di creare liste di link per le diverse schede aperte, di modo da salvare tali link per una consultazione successiva, anche usando un computer diverso (accedendo al browser con lo stesso account). ·         FreshTabs: permette di salvare le diverse schede aperte nel corso della navigazione, così da riaprirle in automatico in un secondo momento, anche usando un altro computer. ·         Undo Close Tab: questa estensione consente di aggiungere un pulsante per riaprire i siti web chiusi in precedenza. Invece, la funzione già presente su Google Chrome relativa al premere CTRL-Shift-T, permette di riaprire soltanto l'ultima scheda chiusa, non tenendo conto del fatto che in una scheda possono essere consultati anche più siti, volta per volta. ·         PopChrom: fa risparmiare tempo nella scrittura di frasi o firme, introducendo testi automaticamente se si usano abbreviazioni o scorciatoie da tastiera. ·         Mailtrack: permette di sapere quando una persona legge l'e-mail inviatagli. Consente cioè di avere una conferma di lettura per le e-mail scritte con Gmail, e invia anche notifiche in tempo reale in merito a tale conferma.
  • Come inserire IG in una corretta strategia di comunicazione aziendale
    Di Daniela Zepponi
    |
    Pubblicato il 19 Dicembre 2019
      Al giorno d’oggi è fondamentale associare la strategia comunicativa di un’azienda ad instagram. I social sono una vetrina per i marchi, ed influenzano in modo immediato le scelte di acquisto degli utenti.   Bisogna, però, capire come sviluppare la propria strategia. Instagram è un social fondato sulle foto, poco sulle descrizioni. Inoltre non è possibile inserire in maniera diretta i link. Proprio per questo, occorre che siano le foto a comunicare.   Il primo passo è quello di definire gli obiettivi di policy aziendale ed il target di riferimento. Poi si può pensare a come trasmettere ciò che si intende comunicare. Per gli user più giovani, ad esempio, è necessario essere vicini a ciò che amano e seguono, dato che solitamente i giovanissimi tendono ad omologarsi. Per gli utenti più avanti con l’età, invece, bisogna puntare su una strategia di differenziazione a seconda del gruppo che si vorrebbe coinvolgere.   Come strutturare i post su instagram?   L’importante è comprendere che instagram non è fatto per vendere, più che altro dovrebbe servire per avvicinare gli utenti all’identità del brand, attraverso il coinvolgimento degli utenti nel “dietro le quinte”. Al contempo, i post devono essere professionali e ben studiati, proprio per questo è fondamentale rivolgersi ad un’agenzia di comunicazione ed a fotografi capaci di curare anche il post editing.   Le immagini presenti nel feed (profilo) instagram, infatti, devono essere tutte simili, con lo stesso “look”. Le stories, invece, possono essere più naturali e più “libere”, ma anche in questo caso ci deve essere una strategia ben studiata.   Molti brand famosi tendono anche a fidelizzare il pubblico “premiando” gli utenti che utilizzano i loro prodotti e scattano belle foto. Per l’azienda è un post in più a costo 0, mentre per gli utenti è una sorta di riconoscimento che li fa sentire parte integrante della comunità composta da tutti coloro che utilizzano il marchio.    
  • HP presenta Elitebook Dragonfly
    Di Daniela Zepponi
    |
    Pubblicato il 05 Dicembre 2019
    HP presenta Elitebook Dragonfly disponibile in tre configurazioni Hp è famosa per aver lanciato sul mercato dei notebook molto funzionali e ben progettati. Negli ultimi mesi, l’azienda ha deciso di mettersi alla prova nella creazione di un notebook in grado di garantire una notevole autonomia e una durata della batteria piuttosto lunga. È nato così il nuovo laptop convertibile Elitebook Dragonfly, di dimensioni pari a 304,3 x 197,5 x 16,1 mm, che garantisce fino ad 24, 5 ore di autonomia. L’intero dispositivo è realizzato in lega di magnesio e materiale plastico ed ha un peso di 990 grammi. Le tre configurazioni Elitebook Dragonfly Sono tre le configurazioni nelle quali è possibile acquistare questo notebook. La prima configurazione comprende una memoria di 8 GB, con SSD 256GB PCIe NVMe+ 16GB 3D Xpoint SSD, un display Brightview di 13.3" FHD (1920 x 1080) UWVA 400 nits con camera integrata; una tastiera retroilluminata, la grafica integrata Intel® UHD 620 e una batteria a 2 Celle Long Life 38 Whr. Inoltre, dispone di un supporto WiFi, bluetooth, di tre porte USB, ha un peso di 990 grammi ed è messo in vendita con una garanzia di tre anni. La seconda configurazione presenta una memoria raddoppiata rispetto alla prima, ma uguali batteria, tastiera, schermo, garanzia e grafica. La terza e ultima configurazione, invece, Elitebook Dragonfly con Privacy Filter integrato, ha una memoria uguale a quella della seconda configurazione; ma presenta una Batteria 4 Celle Long Life 56 Whr. I processori scelti per il Dragonfly Elitebook sono Intel di ottava generazione: si parte da un Core i3-8145U per arrivare fino a un Core i7-8665U. Inoltre, sono disponibili alcune opzioni sul versante della sicurezza, si tratta specificatamente di crittografia FIPS 140-2 e modulo TPM 2.0. Come partner Hp siamo pronti a rispondere a tutte le vostre domande!
  • Social media policy aziendale: cos'è e perché è indispensabile?
    Di Daniela Zepponi
    |
    Pubblicato il 25 Novembre 2019
    La social media policy aziendale è un complesso di norme che regola il comportamento dei dipendenti di un’azienda in relazione con i canali social aziendali. In un periodo come questo, dove la maggior parte delle interazioni avviene attraverso i social network, appare fondamentale dotarsi di un documento capace di guidare i dipendenti nel corretto utilizzo degli stessi. La social media policy può essere di due tipi: interna ed esterna. Nel primo caso, ad esser regolato è il comportamento dei collaboratori aziendali, nel secondo, invece, riguarda il rapporto con i consumatori. I tre punti focali della social media policy aziendale Le linee guida da seguire per la creazione di un documento di social media policy sono essenzialmente tre, basate su alcune domande: ·         Quali sono i soggetti abilitati ad interagire sui social con gli users? ·         Quando e come bisogna postare sui profili social aziendali? ·         Come si può tutelare la privacy dei dipendenti? Per quanto riguarda il primo punto, è fondamentale che lo staff sia adeguatamente formato su come si utilizzano i social dal puto di vista aziendale. Alcune aziende si affidano ad agenzie esterne, per coloro che invece hanno intenzione di puntare sullo staff interno occorre definire bene i ruoli nonché le modalità di interazione.  E qui si passa al secondo punto: occorre istruire lo staff sui contenuti da inserire sui profili, e su come rispondereagli utenti. Generalmente si predispongono delle risposte standard, ma non sempre esse sono sufficiente a gestire correttamente il rapporto con i consumatori. Il terzo punto concerne, invece, i profili personali dei dipendenti. In molti casi, fortunatamente, lo staff che gestisce le pagine aziendali è nascosto agli users, però potrebbe esserci la necessità di collegare i profili personali. In questo caso, tutti devono prestare attenzione. Alcuni post condivisi sulla propria bacheca potrebbero essere lesivi dell’immagine dell’azienda stessa. Proprio per questo è necessario dettare delle regole anche riguardanti l’immagine dei componenti dell’azienda, ed invitare i dipendenti a tenere i profili chiusi, ed evitare di accettare i clienti che inviano le richieste di amicizia.